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a cura di Agenzia regionale di sanità Toscana

Prevenzione e sicurezza nelle cure a lungo termine: la lezione della pandemia COVID-19 nei paesi OECD

L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (in inglese Organization for Economic Co-operation and Development - OECD) il 22 giugno scorso ha pubblicato un articolo dal titolo Workforce and Safety in Long-Term Care during the COVID-19 pandemic.
L'OECD è un'organizzazione internazionale di studi economici per i paesi membri che hanno in comune un'economia di mercato e svolge prevalentemente un ruolo di assemblea consultiva che consente un'occasione di confronto delle esperienze politiche per la risoluzione dei problemi comuni, l'identificazione di pratiche commerciali e il coordinamento delle politiche locali e internazionali dei paesi membri.

Secondo quanto riportato nell’articolo la pandemia da COVID-19 ha posto i riflettori sul settore delle cure a lungo termine o long-term care (LTC). Le persone più anziane (soprattutto gli anziani malati) e gli operatori sanitari che lavorano con loro, infatti, sono stati largamente colpiti dal COVID-19 che ha avuto su queste popolazioni un impatto devastante. Tuttavia l’attuale crisi sanitaria causata dalla pandemia non ha fatto altro che evidenziare ed esacerbare problemi strutturali che già esistevano da tempo nel contesto delle cure a lungo termine.

Cure a lungo termine particolarmente vulnerabili in caso di epidemie

L’assistenza a lungo termine consente alle persone di vivere nella maniera più sicura cercando di assicurare un livello minimo di indipendenza, compatibilmente con l’età e le limitazioni dovute ai problemi di salute. Questo settore, particolarmente vulnerabile in caso di epidemie, è stato colpito duramente sia perché un elevato numero di pazienti già fragili e dipendenti dalle cure si è ammalato a causa del nuovo virus, sia per l’aumentata esposizione dei lavoratori al COVID-19. La maggior parte dei decessi avvenuti a causa del nuovo virus ha infatti riguardato persone anziane, in particolar modo gli over 80 che rappresentano il 50% di coloro che ricevono cure a lungo termine. Inoltre alcuni dei paesi più colpiti, come la Francia, l’Italia, la Spagna e il Regno Unito hanno contato un elevato numero di decessi proprio nelle strutture che somministrano questo tipo di cure. I residenti nelle strutture LTC presentano infatti spesso sistemi immunitari compromessi o condizioni croniche che li rendono più a rischio di infezioni specialmente, ma non solo, durante questa epidemia.
decessi paesi oecd anzianiDecessi per COVID‑19 per classe di età in alcuni paesi OECD

Le misure adottate nelle residenze assistenziali e le difficoltà di operatori e famiglie

Molti paesi stanno adottando misure per mitigare l'impatto del COVID-19 sia sulle persone anziane, che sui lavoratori LTC. Le misure per limitare la diffusione delle infezioni nelle strutture comprendono:
  • il divieto di visite
  • l'isolamento dei residenti colpiti
  • una pulizia intensificata.
Numerosi paesi hanno inoltre aumentato i finanziamenti previsti per cercare di far fronte ai maggiori costi causati dalla pandemia.

I focolai di infezione inoltre causano l'assenteismo del personale, sia per i lunghi periodi di malattia in caso venga contratto il virus, per le misure di quarantena, sia perché è possibile che si sviluppi una vera e propria paura di andare al lavoro. Nel settore dell'assistenza domiciliare, invece, l’assenteismo degli operatori sanitari appesantisce l'onere per gli assistenti informali o i caregiver familiari.

Formazione inadeguata del personale LTC

Il mancato coordinamento con il resto del sistema sanitario e l’insufficiente preparazione di coloro che somministrano cure a lungo termine contribuiscono a rendere la crisi più acuta, soprattutto in quesi paesi dove la popolazione sta subendo un rapido invecchiamento e aumentano i bisogni di cura per gli anziani. Inoltre le esigenze di tale popolazione stanno divenendo sempre più complesse e caratterizzate da cronicità e/o demenza.

Gli operatori sanitari che non sono qualificati come infermieri e che lavorano nelle strutture di cura a lungo termine costituiscono la maggior parte della forza lavoro e in molti casi queste figure non ricevono una formazione adeguata per gestire le sempre maggiori complessità dei loro pazienti. I servizi forniti in molti casi non risultano allineati con le conoscenze, le competenze e le abilità che sono necessariamente in continuo divenire. Meno della metà dei paesi OECD richiede infatti agli operatori sanitari un livello minimo di istruzione o la presenza di certificazioni ufficiali e pochi garantiscono che gli operatori abbiano ricevuto una formazione sufficiente.

Le condizioni di lavoro difficili aumentano le sfide nel settore della LTC

Gli operatori sanitari che lavorano nell’ambito delle cure a lungo termine sono per la maggior parte donne e percepiscono uno stipendio fra i più bassi del settore sanitario. Le condizioni di lavoro sono spesso molto difficili ed esigenti e il turnover del personale è elevato. Anche il lavoro su turni, tipico delle strutture che si occupano di cure a lungo termine, costituisce un’arma a doppio taglio: se da un lato, infatti, questo tipo di organizzazione del lavoro offre flessibilità sia ai datori di lavoro che agli operatori sanitari, dall’altro contribuisce ad aumentare il senso di insicurezza e una mancanza di continuità nel rapporto con i pazienti ed è associato a una vasta gamma di rischi per la salute come ansia, esaurimento e depressione.
Chi opera in questo deve affrontare condizioni di lavoro impegnative anche dal punto di vista fisico oltre che psicologico e lamenta una costante mancanza di tempo per svolgere le proprie mansioni che determina un sovraccarico di lavoro.
Per tutti questi motivi è molto elevato livello di assenteismo.

Long-term care a rischio per la sicurezza

Il settore delle cure a lungo termine è soggetto per sua natura a rischi che riguardano la sicurezza, i quali tuttavia sono prevenibili se vengono applicate le giuste misure preventive e le buone pratiche. La ricerca ha dimostrato che più della metà dei danni che si verificano sono prevenibili e più del 40% delle ammissioni in ospedale dalle strutture adibite alla cura a lungo termine sono evitabili.

Il livello di sicurezza non adeguato di questi contesti di cura è in parte dovuto ad una scarsità di risorse: la difficoltà di accesso a personale, forniture e trattamenti adeguati può rappresentare una sfida per la qualità delle prestazioni somministrate.
Ma la maggior parte dei fattori che determinano una scarsa sicurezza possono essere affrontati in un’ottica preventiva puntando sull’incremento di buone pratiche e su un adeguato sviluppo della forza lavoro, compresa la promozione della formazione degli operatori sanitari che preveda qualifiche più avanzate e specifiche certificazioni. Inoltre, aumentare gli stupendi e offrire opportunità di avanzamento di carriera può incrementare la motivazione a rimanere nel settore.

Investire sulle tecnologie e migliorare il coordinamento con il sistema sanitario

Un uso adeguato della tecnologia potrebbe aiutare ad aumentare la produttività: ridurre i tempi della burocrazia consentirebbe agli operatori sanitari di poter dedicare più tempo alla relazione di cura, favorire la registrazione elettronica dei dati dei residenti, ad esempio, compito spesso laborioso che in molti paesi è ancora oggi svolto manualmente. Gli infermieri ed altri operatori sanitari spendono un terzo del loro tempo per gestire aspetti amministrativi mentre i dispositivi elettronici potrebbero aiutare nell’automatizzare la registrazione dei dati dei pazienti e nel monitorare e migliorare la comunicazione fra i diversi team.

Collaborazione in rete tra i diversi settori di cura: uno dei principali insegnamenti dell'epidemia

La crisi generata dal COVID-19 ha dimostrato l’importanza di un adeguato coordinamento fra i diversi settori di cura. Gli ambiti delle cure a lungo termine, delle cure primarie e della gestione dei disturbi acuti dovrebbero operare insieme in un costante lavoro di rete. Migliorare la collaborazione fra LTC e le cure primarie è la chiave per migliorare gli outcome che riguardano gli anziani con condizioni croniche multiple, consentendo di ridurre il rischio di ricoveri inappropriati in ospedale.

I miglioramenti apportati nell’ambito della sicurezza durante il COVID-19 possono condurre ad una più alta qualità delle cure assicurando una precoce identificazione delle infezioni, implementando la formazione dello staff sulle misure di prevenzione e consentendo di trattare i casi più severi che richiedono ventilazione meccanica direttamente in ospedale.

La crisi sanitaria causata dal COVID-19 ha quindi evidenziato l’importanza per i professionisti della LTC di lavorare in rete coinvolgendo altri professionisti della salute per poter monitorare le condizioni croniche dei pazienti. La pandemia ha inoltre contribuito a sottolineare l’importanza di dare priorità ai meccanismi di prevenzione e di sicurezza nell’ambito delle cure di lungo termine e più in generale in tutti i settori di cura.

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