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a cura di Agenzia regionale di sanità Toscana

Quarto Rapporto Cergas Bocconi, la ripartenza e le sfide aperte per il settore Long Term Care: proposte di innovazione

Dopo aver ampliato la sezione Strumenti di lavoro del nostro sito web con molti aspetti legati al benessere del personale delle Rsa e aver approfondito, in una news precedente, le difficoltà della gestione del personale delle strutture assistenziali emersa nel capitolo 6 del del 4° Rapporto Cergas Bocconi, affrontiamo qui il settimo capitolo dedicato alle criticità e opportunità del settore Long Term Care (LTC) in Italia.
 
Da un’indagine riportata nel secondo capitolo del Rapporto si evincono le opinioni delle famiglie sul tema della non autosufficienza: esse si dichiarano disponibili ad attivare comportamenti preventivi per i propri anziani e ad organizzarsi in anticipo per prefigurare le condizioni abitative e di servizio necessarie. Purtroppo però le famiglie non solo non trovano un luogo istituzionale dedicato e strutturato per offrire consulenze o servizi, ma non hanno neppure familiarità e non riconoscono i gestori delle strutture socio-sanitarie come possibili interlocutori o punti informativi. 
 
Sappiamo anche che la componente pubblica rappresenta una quota relativamente modesta dei servizi per la LTC, in cui la parte prevalente è rappresentata dal mercato informale delle cure e del caring diretto da parte delle famiglie. 
 
Il COVID-19 ha esasperato molte criticità: alcuni gestori hanno attivato strategie, spesso orientate a ridurre il proprio spettro di azione (riduzione posti letto attivi, contenimento delle eterogeneità dei servizi, meno spazio all'innovazione) e le Regioni hanno reagito con politiche di ristoro ex post che, seppur frequentemente significative, sul piano finanziario sono state attivate tardivamente. 
 

Settore LTC in Italia: fra dati eterogenei e assenza di un Osservatorio nazionale

Una sezione specifica del settimo capitolo è dedicata alla disponibilità dei dati a supporto delle politiche pubbliche e delle strategie dei gestori. Nel caso del settore LTC occorrono informazioni robuste: sulla dinamica dei bisogni e sulle esigenze delle famiglie; sull'offerta finanziata dal settore pubblico; sul mercato privato informale e formale; sui tassi di copertura, sull'efficacia e sull'equità di sistema.
 
Esistono molti dati sul tema in Italia, come dimostra il presente Rapporto, ma purtroppo sembrano legati a fonti e semantiche diverse e non esiste alcun attore pubblico che le raccolga tutte e le organizzi per i diversi stakeholder.
 
Inoltre, nel Rapporto emergono nuovi dati circa le dimensioni del fenomeno della non autosufficienza che indicano come l’iniquità geografica e sociale sia crescente, ma questo non compare nei radar delle politiche pubbliche riferite agli anziani e uno dei motivi sembra riscontrabile nell'assenza di un soggetto istituzionale unitario responsabile delle politiche LTC in Italia, divise fra INPS, Ministero del Lavoro, SSN, Regioni, Enti locali. Un’innovazione realistica sarebbe invece quella di assegnare a uno degli enti indicati almeno la costruzione dell'Osservatorio nazionale ufficiale, capace di concentrare tutti i dati, obiettivo che potrebbe essere facilmente finanziabile con le risorse per la digitalizzazione previste dal PNRR. 
 

Criticità e innovazioni dei provider

Per quanto riguarda le innovazioni dei provider, sono stati individuati quattro cantieri di rinnovamento
  • Consolidare le competenze e le capacità di gestione dell'organizzazione mediante formazione dei dipendenti, identificazione e consolidamento della cultura aziendale, rafforzamento dei sistemi informativi per sostenere processi di gestione.
  • Aumentare gli spazi per i servizi digitalizzati, come ad esempio app per ospiti e parenti o cartelle cliniche digitalizzate per migliorare il monitoraggio dei processi erogati e sostenere la qualità della cura.
  • Aumentare la diversificazione e la specializzazione dei servizi, dedicando più spazi al tema dell'Alzheimer e al decadimento cognitivo, potenziando gli interventi domiciliari e rafforzando le reti tra i diversi soggetti territoriali che a vario titolo presidiano queste patologie.
  • Continuare la riflessione e i tentativi pilota di diversificazione dei modelli di servizio esistenti, iniziando a sviluppare nuovi e diversi servizi per la LTC
Le criticità risiedono nel fatto che le innovazioni sono spesso solo dei piccoli esperimenti pilota che non conducono quasi mai a sviluppi su scala aziendale o industriale. L'ostacolo più importante rimane ancora la cultura imprenditoriale del settore, saldamente ancorata ai servizi tradizionali a finanziamento pubblico.
 

Settore LTC: PNRR e strategie di innovazione

Per quanto riguarda le politiche pubbliche e le strategie dei gestori per sostenere le innovazioni del settore, il PNRR rappresenta la sintesi delle principali politiche pubbliche del Governo italiano e che quindi hanno la più alta probabilità attuativa (anche perché accompagnate da rilevanti risorse). Nonostante ciò, il PNRR non presenta una diagnosi organica del settore LTC e propone alcune misure frammentate nelle diverse linee di intervento e nei loro micro-silos di innovazione. 
 
In particolare, si istituiscono 600 centrali operative territoriali che dovrebbero accompagnare il Case management e l'invio degli anziani fragili ai diversi setting. Non si investe invece nulla sui servizi residenziali e sulla loro innovazione, né nei servizi domiciliari. Inoltre, il PNRR genera un enorme fabbisogno aggiuntivo di personale delle professioni sanitarie per popolare i nuovi set della sanità territoriali previsti. 
 
Ecco, secondo il Rapporto CERGAS, alcune possibili linee di azione e priorità di intervento:
  • identificare un luogo istituzionale (fisico o virtuale) capace di fare una diagnosi organica e sistematica del settore LTC per definire un insieme di misure coordinate e sistemiche
  • definire il perimetro della LTC, che deve considerare sia i servizi finanziati dal Welfare pubblico, sia quelli pagati dalle famiglie, che il lavoro di cura garantito dalle famiglie stesse
  • identificare i limiti della capacità della presa in carico a domicilio che potrebbero essere superati stimolando la nascita di più strutturati servizi professionali per le famiglie 
  • gestire la domanda non soddisfatta di personale agendo immediatamente sugli standard assistenziali, introducendo nuovi modelli di servizio e rivedendolo skill mix obbligatorio tra diverse figure professionali
  • sul lato dell'offerta trovare modi per trasformare in modo formale il ruolo delle badanti puntando sulla professionalità che, seppur con percorsi esclusivamente esperienziali, hanno accumulato e integrarle nel sistema, in modo che possano essere immediatamente disponibili con ruoli specifici e coordinati rispetto agli altri servizi esistenti.
Cosa suggeriscono, infine, le evidenze di questo Rapporto ai gestori dei servizi?
  • I gestori dovrebbero chiedersi perché circa due terzi delle famiglie escluse dal perimetro del Welfare pubblico non si rivolgono a loro per avere informazioni, consigli e servizi. Essi si sono percepiti prevalentemente come erogatori per conto delle pubbliche amministrazioni regionali e locali e non come player del comparto in grado di offrire risposte a 360° e di qualità.
  • La difficoltà ad attrarre personale ha spinto molti erogatori a riflettere sulla propria forza di attrazione. Nell'emergenza si è forzatamente compreso la necessità di investire sulla propria identità e sulla cultura organizzativa per creare valore per il personale.
  • In assenza di politiche robuste per il settore LTC da parte del policy-maker nazionali e regionali, gli erogatori devono attivare profonde e rilevanti strategie di rete. Esse servono a produrre comportamenti sistematici, concordati dal basso, anche in assenza di indirizzi o guida da parte del regolatore. Ciò potrebbe portare a molteplici iniziative virtuose: ad esempio, avviare una collaborazione sistematica con le università finanziando corsi aggiuntivi per le professioni sanitarie, suddividendo i costi tra più strutture con il vincolo di esperienze di tirocini nella rete stessa. 
 

Per saperne di più:

consulta il 4° Rapporto dell'Osservatorio Long Term Care di Cergas Bocconi - Essity