Il metodo Montessori nella cura degli anziani
28/08/2023L’approccio alla cura degli anziani fragili tramite il metodo Montessori si inserisce nella varietà di modelli che puntano alla valorizzazione della persona affetta da demenza, adattando il contesto e la modalità relazionale, e quindi l’ambiente fisico e quello delle relazioni interpersonali, alle caratteristiche dell’individuo.
Alcuni elementi cardini del metodo, come ad esempio l’importanza data all’osservazione, alla pazienza e umiltà, alla personalizzazione e individualizzazione, all’ordine dell’ambiente, all’interesse e attenzione, travalicano il significato specifico che assumono in questo approccio e sono, o almeno dovrebbero essere, concetti comuni a chi opera nell’assistenza all’anziano in modo professionale.
In particolare, gli studi di Camp e Vance, effettuati negli Stati Uniti, hanno rilevato un aumento nella partecipazione attiva alle attività attraverso il metodo Montessori. Non sono stati invece dimostrati completamente gli effetti sulle funzioni cognitive.
Uno studio effettuato nel Quebec nel 2020, dalla professoressa Dominique Giroux, ha cercato di indagare gli effetti su umore, comportamenti di disturbo e partecipazione all’attività.
Questi, in sintesi, i dati dello studio:
- la popolazione: residenti della Casa dei veterani del Centre Hospitalier de l’Université Laval; principalmente uomini, con età maggiore di 60 anni, con un punteggio al Mini mental state evaluation (MMSE) inferiore a 23
- i partecipanti: 14 soggetti, con età compresa tra 80 e 88 anni, con punteggi all'MMSE variabili da 6 a 23 e con una media di 15,4
- lo studio: studio quasi sperimentale, con osservazione diretta e indiretta (videoregistrazioni) durante tre condizioni: nessuna attività, attività placebo (le normali attività del centro) e attività Montessori
- gli interventi: attività singole in ambiente calmo che coinvolgono diverse funzioni (sensoriali, cognitive, esecutive, motorie) e attività “placebo” selezionate tra quelle regolari del centro con maggiore partecipazione
- variabili di controllo e dipendenti: sono stata valutate le abilità cognitive, utilizzando l'MMSE e le abilità funzionali, usando lo SMAF (Sistema di misurazione dell’autonomia funzionale); come variabili dipendenti sono stati valutati l’effetto emotivo, la partecipazione all’intervento e i comportamenti disfunzionali
- verifica delle ipotesi: non sono statisticamente significativi gli effetti sull’umore, non valutabili i comportamenti disfunzionali per limitate osservazioni, mentre c’è stato un effetto positivo significativo sulla partecipazione all’attività.
Ad esempio, può essere utile la correlazione che viene posta tra le fasi di sviluppo del bambino e le fasi di regressione dell’adulto con demenza.
Questo schematicamente può essere rappresentato così:
Stadio 1 | Nessun declino delle funzioni cognitive | Adulto |
Stadio 2 | Declino molto lieve delle funzioni cognitive | Adulto con qualche dimenticanza |
Stadio 3 | Declino lieve delle funzioni cognitive | Adolescente/giovane parzialmente autonomo |
Stadio 4 | Declino moderato delle funzioni cognitive | Età tra 8 e 12 anni |
Stadio 5 | Declino moderatamente severo delle funzioni cognitive | Età tra 5 e 8 anni |
Stadio 6 | Declino severo delle funzioni cognitive | Età tra 2 e 5 anni |
Stadio 7 | Declino molto severo delle funzioni cognitive | Età tra 0 e 2 anni |
Nell’applicazione pratica nella costruzione degli obiettivi dei progetti assistenziali individualizzati (PAI) potrebbe essere stimolante seguire uno schema di questo tipo:
Problematicità | Obiettivo | Intervento | ||
Vita quotidiana | Mantenimento degli standard di vita | Svolgere la propria vita | ||
Perdita di memoria lieve | Limitare il decadimento delle funzioni cognitive | Svolgere la propria vita con supervisione | ||
Confusione | Limitare perdita delle abilità cognitive | Affiancare momenti di supervisione e controllo mirati | ||
Incapacità nell’esecuzione di compiti complessi | Sostegno nell’esecuzione di compiti complessi | Sorveglianza senza limitazione | ||
Limitata capacità nell’esecuzione delle ADL | Mantenimento delle autonomie | Affiancamento nel sostegno quotidiano alle autonomie | ||
Rischio di perdersi, rischio per sé stessi | Fornire supporto ambientale e relazionale | Creare ambiente protesico e stimolazioni cognitive | ||
Perdita del contatto | Protezione | Contenimento rassicurante |
Per approfondire:
- Federica Taddia, Annalisa Perino, Ruggero Poi. Il metodo Montessori e gli anziani fragili, Principi e metodi per migliorare il benessere e le autonomie. Le Guide Erickson
- Anita Avoncelli. Intuizioni montessoriane per la demenza. Una nuova visione di cura. Maggioli Editore
- Dominique Giroux. L’approccio Montessori usato con le persone con demenza. Gli effetti sul benessere e sul comportamento delle persone anziane con deficit cognitivi da moderati a gravi. Edizioni Accademiche Italiane