Valore in RSA

novità dal network delle RSA toscane

Valore in RSA

novità dal network delle RSA toscane
a cura di Agenzia regionale di sanità Toscana

Esercizio fisico in RSA: quali benefici in termini di salute e benessere per le persone affette da demenza?

La recente revisione sistematica uscita sulla rivista scientifica JAMDA ha analizzato i risultati sull’argomento prodotti dagli studi pubblicati dal 2002 ad oggi.
Gli autori, dopo aver stimato la qualità metodologica degli studi e il rischio di bias, hanno selezionato 12 tra i 1828 articoli individuati inizialmente. La popolazione totale su cui sono state testate le attività è costituita da 901 anziani affetti da demenza e residenti in case di cura.

Gli esercizi proposti sono stati: camminate/passeggiate, musica e movimento, esercizi specifici per le mani ed infine "esercizi multimodali" (ovvero una combinazione di attività di stretching, equilibrio, flessibilità, capacità aerobica, cognitivi, abilità funzionali e di coordinazione).

Quali benefici hanno evidenziato gli autori?
Nove studi su 12 hanno dimostrato un significativo miglioramento delle capacità cognitive, dell’umore, della depressione, dell’agitazione ma anche rispetto alle capacità funzionali, motorie e sull’equilibrio.
L’umore e l’agitazione sono le due dimensioni dello stato cognitivo-comportamentale che maggiormente hanno beneficiato da queste attività motorie. Gli autori hanno ipotizzato che l’impegno fisico e l’incoraggiamento all’interazione con gli altri possa aver dato agli anziani un senso di appartenenza e di scopo, distraendoli da sentimenti negativi.

Invece, tra gli studi che hanno valutato gli outcome fisici, sei di questi hanno evidenziato cambiamenti significativi a favore del gruppo di persone che erano impegnate nel nuovo programma di esercizi multimodali rispetto al gruppo che invece ha compiuto solo camminate/passeggiate.

Questo risultato va affiancato ad un’altra importante considerazione che fanno gli autori durante la discussione, ovvero la durata della sperimentazione. Negli studi in cui sono stati riscontrati benefici il programma dell’attività motoria è durato ben 15 settimane (2 interventi settimanali di 30 minuti) mentre negli altri appena 6 settimane. E questo suggerisce un tempo minimo di 12 settimane per ottenere adattamenti fisiologici negli anziani fragili.
 
Quali esercizi sono risultati più efficaci in termini di risultati?
Come già evidenziato sopra le attività multimodali hanno portato evidenti risultati ma anche gli studi che hanno utilizzato la musica e il movimento, associati insieme, e gli esercizi per le mani.
Probabilmente tutte queste attività, che non fanno parte della routine quotidiana e coinvolgono anche la sfera sociale e tattile, hanno prodotto un miglioramento generale delle capacità funzionali e cognitive. Ad esempio gli esercizi sulla forza e sull’equilibrio hanno contribuito a migliorare la mobilità e la capacità aerobica, stimolando anche circolazione sanguigna cerebrale e migliorando al contempo anche le funzioni cognitive.

Quali sono le criticità emerse?
Gli autori hanno evidenziato che non compaiono indicazioni sull’intensità delle attività che propongono agli anziani oppure sulla gravità della malattia (demenza). Inoltre gli studi esaminati hanno avuto approcci metodologici diversi, oppure applicati su piccoli campioni e quindi difficilmente confrontabili o ripetibili.

Conclusioni
Come gli autori, crediamo che questo lavoro possa contribuire a dare spunti di riflessione ai professionisti che lavorano nelle case di cura per anziani, in particolar modo ad incentivare fisioterapisti, educatori e animatori ad ottimizzare un approccio integrato tra esercizio fisico e qualità di vita delle persone residenti in struttura.


Per saperne di più:
scarica la review Effects of Physical Exercise on Health and Well-Being of Individuals Living With a Dementia in Nursing Homes