Impatto della vaccinazione Covid-19 nelle strutture di Long Term Care inglesi: i risultati di uno studio
L’articolo Changes in COVID-19 outbreak severity and duration in long-term care facilities following vaccine introduction, England, November 2020 to June 2021, di Rebecca Giddins et al, pubblicato su Euro Surveillance, descrive l’impatto che la campagna vaccinale e il testing massivo hanno determinato su 330 Long-Term Care Facilities (LTCF) inglesi, ovvero le strutture equivalenti alle nostre RSA, tra novembre 2020 e giugno 2021.Nella finestra temporale considerata, si considerano momenti diversi:
- novembre-dicembre 2020, ove all’assenza di un vaccino disponibile si accompagnava una politica di testing concentrata soprattutto su tamponi molecolari
- gennaio-febbraio 2021, con l’inizio della campagna vaccinale che, nello specifico, ha interessato inizialmente soprattutto la popolazione dei residenti anziani
- marzo-aprile 2021, in cui progressivamente la copertura vaccinale ha interessato anche tutto il personale dipendente ed è cresciuta la capacità di testing grazie ai tamponi antigenici rapidi (LDF, lateral flow devices)
- maggio-giugno 2021, in cui la percentuale nettamente preponderante del personale dipendente, unitamente ai residenti, risultava vaccinata.
Inoltre, è percentualmente aumentata nel tempo la quota di focolai che hanno interessato solo il personale dipendente, non per caso non del tutto vaccinato nemmeno nell’ultima fase della ricerca.
L’articolo non riporta il tipo di vaccino/vaccini utilizzati, e si riferisce a fasi della pandemia da SARS-CoV2 in cui le varianti di preoccupazione (VoC, Variants of Concern) erano rappresentate da Alfa e Delta, rispettivamente 15 e 5 volte meno contagiose rispetto alla variante Omicron, che sta attualmente co-circolando con Delta e progressivamente sostituendola.
Inoltre, riporta i soli dati percentuali di mortalità per scoppio epidemico, ma non di severità clinica di patologia.
Si conferma tuttavia l’efficacia garantita dalla protezione vaccinale tanto sul personale sanitario e non sanitario operante in RSA, quanto – e soprattutto – sulle persone fragili ivi residenti.