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a cura di Agenzia regionale di sanità Toscana

Una revisione Cochrane fa il punto sugli interventi per ridurre e prevenire l'uso delle contenzioni fisiche nella cura degli anziani

07/12/2023
L'uso delle misure di contenzione fisica (physical restraints - PR), ovvero di quei dispositivi che impediscono a una persona di muoversi liberamente (come ad esempio sponde del letto o cinture), è abbastanza comune nell’assistenza agli anziani, sia negli istituti di cura che a domicilio.

Giustificate come misure di sicurezza, queste sono usate principalmente per prevenire cadute accidentali e lesioni correlate alle cadute, ma anche per impedire alle persone di camminare inosservate così da mettere a rischio se stesse e gli altri.

L’efficacia dell’uso delle contenzioni per prevenire cadute o lesioni resta ancora un argomento molto dibattuto tra gli esperti. Tant’è che in alcuni paesi, il loro impiego è proibito in molte circostanze e le linee guida ne raccomandano la riduzione o addirittura l’abolizione.

Costringere i soggetti a trascorrere immobili più tempo, potrebbe infatti peggiorare i disturbi di deambulazione e quindi incrementare concretamente il rischio di cadute, così come amplificare i sentimenti di paura, rabbia e disagio e diminuire il benessere psicologico.

Altre conseguenze potrebbero includere l’aumento del rischio di ulcere da decubito, l’incontinenza e lesioni direttamente collegate all'uso dei mezzi di costrizione.

Un team di ricercatori della Cochrane ha aggiornato una precedente revisione del 2011, valutando quali interventi fossero più efficaci per prevenire o ridurre l’uso delle misure di contenzione negli anziani che ricevono assistenza a lungo termine.

Gli interventi comprendevano istruzione e formazione del personale infermieristico e modifiche alle politiche/modalità in cui era organizzata l’assistenza. Gli studi analizzati dovevano inoltre includere un gruppo di confronto di persone che non avevano ricevuto l'intervento (gruppo di controllo).

Contenzioni, la review Cochrane 2023: i nuovi studi inclusi

Undici studi sono stati inclusi, tutti condotti in strutture di assistenza a lungo termine (strutture residenziali per anziani). L’età media delle persone coinvolte era di circa 85 anni.

Nella maggior parte degli studi, l’intervento testato era confrontato con il trattamento abituale, sebbene, in due studi, i gestori delle case di cura del gruppo di controllo avessero ricevuto anche alcune informazioni aggiuntive sulle contenzioni.

Quattro studi hanno testato interventi organizzativi, con l’obiettivo di cambiare politiche e attività pratiche in modo che il personale infermieristico usasse le contenzioni meno spesso o non le usasse affatto. Una parte importante di questi interventi era dedicata alla formazione di alcuni operatori che fungessero da supporto per il resto del personale.

Sei studi hanno testato interventi meno complessi che offrivano formazione direttamente al personale infermieristico.

Uno studio ha fornito al personale infermieristico valutazioni specifiche del rischio di caduta dei singoli residenti.

Che cosa si è scoperto nella nuova revisione Cochrane?

Il risultato di interesse era il numero di persone immobilizzate almeno una volta durante il periodo di studio.

A questo proposito, gli studiosi mettevano in evidenza la probabilità che gli interventi organizzativi portassero a una riduzione del numero di persone contenute e a una significativa riduzione del numero di persone trattenute con le cinture. Non è stata però trovata alcuna evidenza che tali interventi abbiano influito sul numero di persone con almeno una caduta o con almeno un infortunio correlato alla caduta, o sul numero di persone a cui sono stati prescritti farmaci per modificare il comportamento.

Per gli interventi educativi semplici invece, la qualità degli studi e il modo in cui i risultati erano riportati variavano qualitativamente, influenzando così la valutazione degli investigatori. Non è stato possibile trarre alcuna conclusione sull’effetto di questo tipo di interventi sull’uso delle misure contenitive e, come per le azioni organizzative, non è stata trovata alcuna prova che gli questi influissero sul numero di persone con almeno una caduta o almeno un incidente ad essa correlato, e non vi erano effetti evidenti sulla prescrizione di farmaci.

Anche informare il personale infermieristico sul rischio di caduta individuale dei residenti non portava ad alcuna riduzione dell'uso delle contenzioni, rispetto al gruppo di controllo.

In conclusione, affermano i ricercatori, gli interventi organizzativi per diminuire l'uso delle costrizioni, attraverso il cambiamento delle politiche e delle attività nelle case di cura, sono stati probabilmente efficaci nel limitare il numero di persone immobilizzate in generale e, soprattutto, tramite cinture. Ci sono poche evidenze certe però che questa riduzione non comporti un aumento del numero di cadute.

Di contro, non sono emerse evidenze certe che semplici interventi educativi o interventi che fornivano informazioni sul rischio di cadute dei residenti riducessero l'uso delle contenzioni.

Tra le limitazioni, gli esperti precisano che tutte le prove raccolte derivavano da studi condotti all’interno di strutture, perciò difficilmente applicabili all’assistenza sanitaria a domicilio.


Per saperne di più:

Interventions for preventing and reducing the use of physical restraints for older people in all long‐term care