Valore in RSA

novità dal network delle RSA toscane

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novità dal network delle RSA toscane
a cura di Agenzia regionale di sanità Toscana

Contenzione sì, contenzione no: alcune riflessioni

Sulla contenzione c’è un dibattito aperto, spesso sotto rappresentato o addirittura ignorato, ma vi sono fortunatamente anche alcune lodevoli eccezioni.

In questo dibattito autorevoli personalità (costituzionalisti, giuristi, magistrati, medici e infermieri…) e istituzioni criticano la contenzione in modo assoluto, partendo dalla Carta Costituzionale e avvalendosi di evidenze scientifiche sui rischi, fino ad esprimersi sulla illegittimità di trasformare in “procedura” tale pratica. Oppure sostengono che la contenzione non può essere un atto terapeutico e quindi non è sufficiente una prescrizione medica.
Queste posizioni mi hanno convinto così tanto, che ho avuto difficoltà anche nel confronto sulle pratiche quotidiane dell’assistenza con gli operatori della struttura dove lavoro.

In particolare credo che servirebbe una chiarezza terminologica, oltre che sulle tipologie e sugli strumenti usati per la contenzione fisica.
Non mi pare la stessa cosa limitare la possibilità di movimento di una persona, anche con grave deterioramento cognitivo, o sostenere una persona che non ha controllo posturale, evitando lo scivolamento. Eppure gli strumenti a cui ci si riferisce possono essere gli stessi e il protocollo di riferimento lo stesso.
Ma la chiarezza terminologica può nascere solo da una riflessione approfondita e non dalla mera esecuzione di un protocollo.
E tuttavia credo che su tali argomenti non serva tanto essere partigiani quanto piuttosto cercare buone pratiche per un’assistenza il più possibile personalizzata, che rispetti la dignità della persona, con il coinvolgimento di tutte le professionalità interessate nella presa in carico: dell’anziano quando è possibile, della famiglia e della strutture.
E anche qui serve una riflessione approfondita, una consapevolezza che eviti automatismi che mal si coniugano con la particolarità di ogni anziano, anche quando colpito da gravi forme di demenza.

A Trieste  esiste un’esperienza molto interessante, nata anni fa con l’obiettivo di eliminare la contenzione nelle strutture per anziani.
E’ partita dalle istituzioni ma ha avuto un forte impatto culturale, coinvolgendo gli “addetti ai lavori” ma anche la città tutta, e lo ha fatto investendo in formazione, nel dibattito civico, con una commissione più orientata al “suggerimento” che alla “prescrizione”.
E i risultati ci sono stati!  La delibera n. 53 del 21 febbraio 2011 dell’Azienda per i Servizi Sanitari n.1 Triestina ha gettato le basi per la costituzione di una Commissione per il monitoraggio e l’eliminazione della contenzione meccanica, farmacologica…, e sul progetto  esiste anche un sito dedicato!

E se invece, oltre che sistematizzare linee guida, protocolli ecc, trovassimo il modo di aprire il dibattito e la conseguente riflessione anche in Toscana?

Il pensiero di Beatrice Cioni
Cooperativa Sara, RSA Il Castello