Valore in RSA

novità dal network delle RSA toscane

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novità dal network delle RSA toscane
a cura di Agenzia regionale di sanità Toscana

Protezione e tutela

 
Via la contenzione meccanica entro il 2023

Il tema della contenzione, così dibattuto negli ultimi anni, troverà il suo superamento nell’arco del prossimo triennio attraverso l’accordo – inviato in bozza dal Ministero della Salute alle Regioni e ai Comuni – che suggerisce 7 raccomandazioni, che dovranno essere adottate dalle regioni:
 
1. attivare percorsi di riconoscimento delle pratiche limitative delle libertà personali
2. assumere iniziative per conoscere e monitorare la contenzione meccanica
3. garantire le attività di formazione a tutte le operatrici e gli operatori
4. rispettare i diritti e la dignità delle persone
5. organizzare servizi di salute mentale e di neuropsichiatria infantile e dell'adolescenza (NPIA) integrati, inclusivi e radicati nel territorio
6. garantire la qualità dei luoghi di cura e l’attraversabilità dei servizi
7. promuovere il lavoro di équipe e il lavoro in rete.
 
L’evoluzione del dibattito istituzionale si era avviato nel 2008 per approdare oggi, soprattutto rivolto al settore psichiatrico, a seguito dell’indagine condotta nel 2005/2006, da parte del Consiglio d’Europa sull’utilizzo dei mezzi coercitivi.
 
Nel 2010 infatti la Conferenza delle Regioni e delle Provincie Autonome emanerà le prime Raccomandazioni sulla contenzione fisica che saranno applicate solo parzialmente nelle nostre regioni, come ha evidenziato la relazione della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato nel 2017.
 
Sono seguiti diversi pareri, fra cui quello della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’efficacia ed efficienza del SSN, della Commissione Nazionale di Bioetica e della Corte di Cassazione, che si sono espresse in modo unanime con le seguenti considerazioni di sintesi:
  • La contenzione non è un atto sanitario, né un atto medico, non avendo nessuna finalità terapeutica, diagnostica o lenitiva del dolore.
  • La contenzione produce il peggioramento delle condizioni psicofisiche della persona, con esiti negativi che possono arrivare fino alla morte.
  • La contenzione, confermando la natura violenta della cura psichiatrica, aumenta la resistenza a rivolgersi ai servizi e lo stigma nei confronti della malattia mentale.
  • La contenzione non è rispettosa dei principi di cui agli artt. 13 e 32 della Costituzione e della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.
  • L’art. 54 del Codice Penale, ove ricorrono le condizioni del “pericolo attuale di danno grave alla persona, percolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo”, esclude la responsabilità penale dell’operatore, ma non legittima in alcun modo la contenzione.
  • Le diverse raccomandazioni concordano nel sollecitare il definitivo e stabile superamento della contenzione attraverso azioni volte a monitorare il fenomeno, investire nella formazione, individuare standard di struttura e di processo, promuovere la verifica degli interventi, garantire la trasparenza nei luoghi di cura.
Il testo in bozza, che parte dall’analisi della contenzione nei dipartimenti di Salute mentale e di Neuropsichiatria per l’infanzia e l’adolescenza, trova ampia applicazione anche nei servizi dedicati alle Residenze sanitarie assistite.

I principali riferimenti normativi sulla contenzione


Documenti per il dibattito su contenzione fisica e sedazione del paziente