Valore in RSA

novità dal network delle RSA toscane

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novità dal network delle RSA toscane
a cura di Agenzia regionale di sanità Toscana

Progetto Qvax 2022. Episodio 6 - Ma alla fine l'esperimento nudge per promuovere la vaccinazione influenzale degli operatori delle RSA toscane è riuscito o no?

03/11/2023
Questo è il penultimo episodio di Qvax 2022, la serie prodotta dal Laboratorio congiunto ERTSH (Epidemiologic Research and Training in Services and Healthcare) tra Agenzia regionale di sanità Toscana (ARS) e Dipartimento di scienze della salute (DSS) dell'Università degli studi di Firenze, e che andrà a concludersi nelle prossime settimane con un finale di stagione significativo. Ma non vogliamo anticipare nulla.

Questo episodio rappresenta però un pre-finale, nel senso che cercherà di raccontare l’esito di quell’esperimento che Barbara Conti nomina nella sua tesi, intitolata appunto "La lettera Nudge come intervento per aumentare l’intenzione alla vaccinazione antinfluenzale: uno studio sperimentale tra gli operatori delle RSA Toscane".

Va a questo punto detto qualcosa in più su questa cosa della “nudge”

Nudge” è un termine inglese usato dagli scienziati comportamentali e che noi traduciamo tendenzialmente come spinta gentile, ovvero un’azione che tende a facilitare le persone nella scelta di adottare un comportamento ritenuto socialmente vantaggioso, senza tuttavia limitare la libertà di scelta. La spinta gentile sostanzialmente è un qualcosa che va molto nella direzione del marketing sociale, e che viene attuata attraverso quattro modi:
  • rendendo l’opzione desiderata il più possibile accessibile (aspetto della FACILITÀ), come ad esempio, parlando di vaccinazione, mettendo a disposizione la possibilità di scegliere di prenotare la prestazione facilmente, presso ambulatori vicini e ad orari comodi
  • rendendola facilmente visibile, individuabile, richiamando l’attenzione sul perché una scelta è opportuna, sviluppandone la consapevolezza (aspetto dell’ATTRATTIVITÀ), come ad esempio disporre dei poster che richiamano i benefici della vaccinazione nei luoghi opportuni
  • sottolineando come tale scelta comportamentale aderisca a “norme sociali” virtuose e condivise (aspetto della SOCIALITÀ), come ad esempio richiamare le alte percentuali di persone che scelgono di vaccinarsi, o dare visibilità a tale comportamento attuato da un professionista o un personaggio noto che goda di particolare fiducia e rispetto a livello sociale, che agisca da testimonial
  • rendendo il comportamento praticabile nel momento più opportuno, quando la persona è più sensibile e ricettiva o quando l’efficacia del comportamento attuato è maggiore (aspetto della TEMPESTIVITÀ): aspetto che in ambito vaccinale è banale, dal momento che le attività sono organizzate in funzione della stagione influenzale.
Nudge definizioneIn questo caso, l’esperimento ha puntato sull’aspetto dell’attrattività, stimolando la consapevolezza degli operatori sui rischi che la non vaccinazione avrebbe procurato per sé e per gli assistiti.

Soprattutto, l’esperimento è stato a costo zero, dal momento che la spinta gentile è avvenuta strutturando in ottica comportamentale la lettera di accompagnamento al questionario Qvax-22, che in ogni caso avremmo dovuto scrivere.

Così, se un gruppo di operatori sanitari ha ricevuto una lettera di accompagnamento standard, il gruppo sperimentale è stato pungolato attraverso una comunicazione che faceva leva su:
  • personalizzazione della comunicazione
  • rilevanza globale e locale del problema
  • spinta gentile (consapevolezza del rischio che si affronta non vaccinandosi)
  • valore alla professione e alla professionalità
  • supporto scientifico e normativo
  • nota statistica
  • firme autorevoli.

Che cosa ci aspettiamo da tutto ciò?

Ci aspettiamo che, tra tutti coloro che hanno ricevuto questa lettera, a parità di caratteristiche socio-demografiche e di esperienze vaccinali del campione, la percentuale di chi risponde positivamente alla domanda del questionario sull’intenzione di vaccinarsi il prossimo autunno sia significativamente superiore alle risposte positive date dal gruppo che non ha ricevuto la lettera nudge (il così detto “gruppo di controllo”).

E dati alla mano? Com’è andato l’esperimento? L’intervento nudge è “riuscito”?

Dati alla mano, modelli statistici a disposizione, possiamo dire che l’esperimento è andato così così, nel senso che non è andato così bene da permetterci di dire che è riuscito.

Il fatto è che i dati ci dicono che coloro che hanno ricevuto la “spinta gentile” hanno una probabilità di dichiarare di volersi vaccinare del 14% superiore a rispetto a quelli che hanno ricevuto una lettera di accompagnamento standard.

Tale risultato sarebbe di tutto rispetto, se non fosse, però, che il valore del 14% risulta “statisticamente non significativo”, il che vuol dire che:
  • dato il numero complessivo di quelli che hanno risposto al questionario (indipendentemente dal fatto di aver ricevuto la lettera nudge o quella standard)
  • e dato il numero di chi tra i due gruppi ha dichiarato di essere disposto probabilmente o molto probabilmente a vaccinarsi, rispetto a chi ha dichiarato il contrario
  • … quel 14% in più potrebbe essere un risultato casuale, e non dipendere dal fatto di aver ricevuto la lettera nudge.
 

Siamo quindi contenti di questo risultato?

Beh, in genere si tendono a fare esperimenti con l’aspettativa che questi funzionino.

In realtà il progresso della scienza deve molto ai successi quanto ai fallimenti. Comprendere che cosa non abbia funzionato nell’esperimento, se il tipo di messaggio utilizzato, se la forma o il contenuto utilizzati, se la modalità di recapitarlo online, è un esercizio stimolante che può dare tanti spunti di indagine e di nuova conoscenza che inizialmente magari non erano stati tenuti nel dovuto conto.

Insomma, il riferimento al più classico degli “sbagliando s’impara” non sembra fuori luogo. Aggiungiamo che se tanto il fallimento quanto le nuove conoscenze sono acquisite a costo zero, come in questa situazione, allora, in ogni caso, il gioco è valso la candela.

Ovviamente, per evitare equivoci, il costo zero è riferito alla costruzione della lettera di accompagnamento secondo le indicazioni delle scienze comportamentali, non certo all’indagine in generale dove ovviamente il costo sia per i ricercatori per costruire gli strumenti e analizzare i dati, che per gli operatori sanitari che prestano il proprio tempo per rispondere al questionario, è tutt’altro che nullo.


Concludendo, ma non del tutto, dato che questo non è il finale di stagione. Non volevamo certo lasciarvi con la sensazione che la serie finisca se non male, almeno non bene.

Diciamo che questo è l’episodio che anticipa la vera puntata conclusiva. E, come tutti i finali di stagione, il prossimo episodio sarà più lungo e approfondito, e racconterà di un articolo che abbiamo recentemente pubblicato su un’importante rivista internazionale, decretando il successo di un lavoro scientifico che senza la partecipazione degli operatori delle RSA che hanno partecipato all’indagine non sarebbe stato possibile. Il tema del prossimo articolo è qualcosa a cui, nel corso di questi episodi, abbiamo accennato (volutamente) di sfuggita, e lo abbiamo fatto per non giocarci un epilogo ad effetto della serie Qvax.

Perché dopo quanto leggerete nell’ultimo episodio, capirete perché da quel momento guarderemo alle modalità di proporre la vaccinazione influenzale agli operatori delle RSA in modo diverso.

Solo qualche settimana di pazienza!



Per saperne di più, leggi:

Progetto Qvax 2022. Episodio 1 - La tesi di Barbara

Progetto Qvax 2022. Episodio 2 - Scelte e intenzioni vaccinali degli operatori delle RSA toscane

Progetto Qvax 2022. Episodio 3 - Le motivazioni della scelta di vaccinarsi o non vaccinarsi contro l'influenza

Progetto Qvax 2022. Episodio 4 - Cosa pesa sull’intenzione degli operatori di vaccinarsi contro l’influenza per la stagione autunnale 22-23?

Progetto Qvax 2022. Episodio 5 - Vaccine literacy e vaccine confidence: cosa sono e come si misurano

Progetto Qvax 2022. Episodio 7 - Vaccinazione antinfluenzale nel personale delle RSA: la bassa copertura può essere attribuita a fattori quali fiducia nei vaccini e alfabetizzazione vaccinale?