Valore in RSA

novità dal network delle RSA toscane

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a cura di Agenzia regionale di sanità Toscana

Dalla parte dei Direttori, episodio 2 della serie QVAX-22. I direttori delle RSA e la pandemia

10/05/2024
In questo episodio, prima vi racconteremo quanto i direttori di RSA, quelli di cui parlavamo nell’episodio 1, si siano giudicati preparati nell’affrontare la pandemia tra il novembre del 2021 e ottobre 2022, e poi confronteremo le informazioni raccolte con alcuni dati rilevati dall’Istituto superiore di sanità (ISS), per capire se le percezioni dei direttori toscani siano in linea con lo scenario descritto da questi ultimi.

In altri termini, mettiamo i nostri direttori un po’ sotto esame, ma solo da un punto di vista “narrativo”, cioé solo per creare un po’ di interesse e suspense in più in questo nuovo episodio.

Metodologicamente parlando infatti, come vedremo, mettere in relazione la preparazione percepita dai direttori toscani con alcune informazioni sulla gestione dei casi Covid provenienti dal sistema di sorveglianza dell’ISS è un’operazione forzata, che però acquisisce senso se può aiutare a contestualizzare meglio la lettura dei nostri dati.

Questo è l’episodio 2 della serie Dalla parte dei direttori, cominciamo!


Un “processo di preparazione” più che un processo di formazione

Nell’ultimo anno, tra novembre 2021 e ottobre 2022, due terzi dei direttori si sono giudicati sufficientemente preparati nell’affrontare l’evento, mentre il terzo restante ha giudicato la propria preparazione buona.

Qualcuno potrebbe inizialmente storcere il naso di fronte a un’autovalutazione superiore al “6” riferita dai direttori, si potrebbe tuttavia supporre che l’esperienza vissuta a livello personale, professionale e organizzativo, tanto nei primi mesi della pandemia quanto durante l’ondata dell’autunno 2020, abbia costituito un fattore di formazione tanto drammatico quanto efficace per chi si sia poi trovato a gestire una struttura.

qvax spin off direttori infografica ep 2
La supposizione potrebbe essere giusta, ma non del tutto. Infatti, se confrontiamo la domanda sulla preparazione con quella stessa rivolta l’anno precedente, scopriamo che quasi un direttore su due (il 18%) riteneva di non essersi sentito sufficientemente preparato ad affrontare la già menzionata ondata autunnale.

Proviamo adesso a legare 3 informazioni importanti del Qvax22:
  • 4 direttori su 10 hanno dichiarato di sentirsi poco preparati sugli aspetti sanitari in generale
  • il 57% di loro arriva da un percorso formativo diverso da quello del contesto sanitario e socio-sanitario
  • il 65% si è sentito sufficientemente preparato ad adeguare la struttura alle nuove necessità assistenziali.
Queste informazioni potrebbero sembrare contrastanti ma non è così!

Possiamo ipotizzare quindi una conclusione secondo la quale la preparazione a gestire certi eventi non è una cosa che prima non c’è, poi succede qualcosa, e dopo c’è. Diciamo che è forse più opportuno parlare di un “processo di preparazione”, che come un processo di formazione, si compone di fasi e tempi non sempre uniformi nell’intensità. Nel caso dei direttori, questo processo avrebbe verosimilmente portato la loro percezione sulla preparazione ai livelli di sufficienza dopo più di un anno di pandemia.

Il rapporto dell’ISS cui si accennava in apertura dell’episodio si riferiva alla sorveglianza realizzata tra settembre ’22 e maggio ’23 su un campione di 795 strutture a livello nazionale.

Tra le tante cose che esamina, il documento ci dice anche che, nel periodo considerato:
  • gli andamenti degli isolamenti nelle strutture evidenziano la buona capacità delle stesse di reagire e gestire adeguatamente gli eventi
  • la percentuale di residenti SARS-CoV-2 positivi trasferiti settimanalmente in ospedale, rispetto al totale dei residenti in struttura, ha mostrato, un minore impatto delle ondate epidemiche (curva dei contagi) occorse nel periodo osservato
  • i decessi di pazienti SARS-CoV-2 positivi avvenuti nelle strutture residenziali, in rapporto al totale dei residenti, hanno mostrato valori piuttosto contenuti e una sostanziale stabilità nel periodo di osservazione.

Possono queste informazioni deporre a favore della preparazione dei direttori di RSA? Difficile dirlo con rigorosità scientifica, ovviamente, ma se non altro non sembrano neppure deporre a favore del contrario.

Possiamo chiederci invece quale sia la visione oggi, dopo il periodo pandemico, della struttura che i rispondenti dirigono, specialmente in relazione ai pesi delle componenti sociali e sanitarie.


Strutture sempre più “sanitarizzate”, ma non esclusivamente sanitarie

L'RSA è oggi un luogo di vita dove si accolgono i bisogni delle persone che si sono cronicizzati anche a fronte di un costante invecchiamento della popolazione. La condizione di salute dei residenti è sempre più spesso caratterizzata da una comorbidità che richiede un approccio sanitario sempre più importante.

L'RSA quindi non si può più caratterizzare come la struttura a vocazione sociale delle origini, ma deve ampliare le proprie competenze sanitarie. Se questa consapevolezza si è diffusa negli ultimi tempi, la pandemia ha dato la spinta decisiva perché si consolidasse.

Così, alla domanda su come i direttori immaginassero la propria struttura dopo la pandemia, in relazione alla vocazione sociale e sanitaria, ecco che quasi metà (45%) ha scelto l’opzione di risposta secondo cui le prestazioni sanitarie dovranno essere incrementate e meglio garantite, laddove un terzo dei rispondenti (32%) optava per la visione di una struttura a prevalente vocazione sanitaria.

Benchè l’affermarsi della visione di RSA sempre più “sanitarizzate” non ci sia apparso un risultato particolarmente sorprendente, ci preme tuttavia sottolineare come nessun direttore abbia dichiarato di immaginare il futuro della propria RSA come una struttura a esclusiva vocazione sanitaria, nemmeno dopo la pandemia. Addirittura, più di un direttore su cinque (22%) continua a sostenere il prevalente carattere sociale della propria struttura.

qvax spin off direttori infografica ep 2 2


Per concludere.

Fino ad ora abbiamo visto chi siano i protagonisti di questa serie, i direttori di RSA appunto, quale preparazione abbiano e come questa li abbia aiutati ad adeguare l’organizzazione della propria struttura alle necessità assistenziali. Abbiamo visto come la loro visione delle residenze abbia in qualche modo “certificato” la maggior rilevanza della componente sanitaria, che tuttavia non adombra la vocazione sociale delle RSA anche dopo l’impatto pandemico.

Ma allora è davvero così necessario essere un direttore sanitario per gestire una RSA al meglio, come a volte sentiamo argomentare? Oppure è l’organizzazione stessa che grazie al lavoro costante dei “giusti” professionisti e facendo rete riesce ad offrire il miglior servizio possibile per i nostri anziani?

Nell'ultimo episodio della serie arriveremo anche a delineare attraverso gli occhi dei direttori il futuro delle RSA, ma prima di farlo dobbiamo concentrarci su quello che è stato il tema guida degli episodi di QVAX, e che pertanto deve essere affrontato anche nel suo Spin-off : parliamo ovviamente di vaccinazione.

Prossimamente, su ValoreinRSA!

Per saperne di più:


leggi il primo episodio di Dalla parte dei direttori. Lo spin-off di QVAX, l'indagine sui temi della vaccinazione nelle RSA

leggi tutta la serie QVAX-22 con le risposte degli operatori delle RSA.


A cura di: Giacomo Galletti, Francesca Ierardi, Francesca Collini e Vanessa Verniani.
Le infografiche sono realizzate da Silvia Fallani.