Valore in RSA

novità dal network delle RSA toscane

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novità dal network delle RSA toscane
a cura di Agenzia regionale di sanità Toscana

Comunicazione validante: il rispetto al centro del metodo Validation di Naomi Feil

E’ possibile prendere spunto dall’approccio ideato da Naomi Feil per comunicare con gli anziani disorientati.

La terapia di “validazione” pone al centro il concetto di rispetto: la persona viene accolta e rispettata, si dà il giusto valore alle sue emozioni e al mondo in cui il paziente pensa di essere, non si cerca di ricondurla nel “qui ed ora”.

L’operatore ha il dovere di porsi in ascolto dell’anziano, al fine di comprendere la sua visione della realtà e di creare con esso contatti emotivamente significativi.
Con l’anziano disorientato non chiedere "Perché": difficilmente sarà in grado di rispondere, questo non farà altro che aumentare il suo stato d’ansia con conseguente aumento dell’agitazione. Usare invece domande con "Chi", "Cosa","Dove", “Quando" e Come".

Se una persona disorientata è in stato di agitazione per qualsiasi motivo, a nulla può servire tentare di farla ragionare, è necessario accogliere la sua rabbia e cercare di comprenderne il motivo: vedremo che l’emozione negativa perderà mano a mano di intensità.
Il fulcro di questa modalità comunicativa è la relazione, non si regola sui contenuti cognitivi, ma utilizza la comunicazione verbale e non verbale per sostenere i problemi relazionali.

E’ importante porsi sempre davanti alla persona quando la si ascolta e le si parla (potrebbe aver perso la visione periferica), osservare lo stato d’animo e immedesimarsi con viso, corpo e tono di voce oltre a condividere l’emozione da lei provata.
Ciò che genera in una persona disorientata uno stato di confusione raramente è chiaro e comprensibile, ma per la persona è impossibile agire diversamente. E’ perciò necessario accogliere il suo stato, riconoscere l’emozione negative e disporsi in atteggiamento di aiuto.

Chi lavora con il metodo Validation raccoglie gli “indizi”, accettando e legittimando tutto, in quanto espressione della realtà personale della persona con demenza o Alzheimer. Occorre un atteggiamento di empatia ed essere sempre autentici e sinceri nella relazione. Occorre anche tenere di conto dei bisogni fondamentali: di essere al sicuro e amati, attivi e utili, riconosciuti. Occorre ascoltare, disposti a riconoscere e condividere i sentimenti della persona con demenza, senza preoccuparci della realtà.

Una situazione che potrebbe verificarsi a titolo esemplificativo


"Una donna che cerca i suoi bambini e deve andare a casa a cucinare".
Alcune persone che non conoscono la tecnica validante potrebbero rispondere:
• "Ma i suoi bambini sono grandi" (ragionamento)
• "Venga con me che la porto a vedere che cosa stanno facendo nell'altra stanza!" (cercando di distrarla)
• "Li vado a chiamare e sento se sono a casa" (bugia)

Questi tre modi di rispondere appartengono a tecniche spontanee che si è visto che non sempre portano a risultati. Inoltre le bugie possono piano piano portare la persona a smettere di avere fiducia. Secondo l'approccio validante bisognerebbe riconoscere le emozioni e il mondo dell'altro esempio dicendo "cosa cucinava ai suoi bambini?”, “quanto amore si dà ai nostri figli cucinando per loro!”.
Parleremo della casa quando qualcuno vuole andare a casa o dell’amore quando qualcuno ci dice che suo marito l’aspetta.