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a cura di Agenzia regionale di sanità Toscana

Dove ho messo il trita-pastiglie? Farmaci "alterati": le responsabilità degli operatori

immagine trita-pastiglie e farmaci alterati in RSA
23/12/2014
  Continuiamo il nostro approfondimento sul problema della somministrazione dei farmaci orali “alterati” negli ospiti disfagici, portatori di sondino naso gastrico (SNG) o con gastrostomia percutanea (PEG).


Parliamo in questo articolo delle responsabilità per infermieri e medici


Ogni infermiere è chiamato ad assicurare al paziente/ospite la corretta assunzione del farmaco prescritto, obbligo previsto sia dal proprio profilo professionale (terzo comma dell’articolo 1 “l’infermiere garantisce la corretta applicazione delle prescrizione diagnostico-terapeutiche”) che dal codice deontologico (Capo II art. 9: “l’infermiere nell’agire professionale si impegna ad operare con prudenza al fine di non nuocere” e Capo III art. 13: “l'infermiere assume responsabilità in base al proprio livello di competenza” […]).

Ciò è anche sottolineato dalla raccomandazione n. 7 del marzo 2008 del Ministero della salute “Raccomandazione per la prevenzione della morte, coma o grave danno derivati da errori in terapia farmacologica” nella quale viene a più riprese indicata l’importanza di rispettare le modalità di somministrazione previste dalla case farmaceutiche.

Gli infermieri inoltre “devono” far presente al medico, quando il farmaco prescritto non può essere somministrato correttamente e richiedere una prescrizione appropriata per le condizioni del paziente, pena incorrere in reati di natura professionali configurati come “colpa” (negligenza, imperizia o imprudenza) nel caso si ometta la segnalazione e/o si decida di somministrare il farmaco in maniera non appropriata.

Anche i medici sono però chiamati a porre attenzione sulla prescrizione del farmaco, poiché responsabili unici della prescrizione terapeutica, al fine di evitare di prescrivere preparati che sono impossibili da assumere da parte della persona, e per conseguenza, non ottenere gli effetti terapeutici desiderati.
Pertanto sia medici che infermieri risultano, ognuno in funzione del proprio ruolo, responsabili in questa attività.

Articolo a cura della dott.ssa Tiziana Nannelli Dottore di Ricerca (Ph.D) in Scienze infermieristiche ed infermiera presso AUSL 12 Viareggio


Seguiteci.... Nel prossimo articolo ci occuperemo di possibili soluzioni al problema!


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