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a cura di Agenzia regionale di sanità Toscana

Cooperare per la buona cura: mettere al centro l’ascolto e la comprensione del bisogno

carta europea diritti anziani 201026/04/2016

“Tutte le persone, senza riguardo all’età o alla condizione di dipendenza, hanno il diritto di godere dei diritti umani inalienabili e delle libertà civili riconosciute a livello internazionale. Ogni restrizione di questi diritti, causata dell’età o della dipendenza, deve basarsi su un trasparente procedimento legale e deve essere proporzionata e rivisitabile, e soprattutto tenere nel massimo interesse la persona coinvolta”.

(Carta europea dei diritti e delle responsabilità delle persone anziane bisognose di cure ed assistenza a lungo termine, anno 2010)

Si è svolto martedì 23 febbraio 2016 a Firenze il seminario "Cooperare per la buona cura", un appuntamento organizzato da Legacoop Sociali Toscana, Cooperativa sociale G. Di Vittorio e Centro Servizi e Formazione Montedomini.
A partire dal metodo sperimentato dalla cooperativa G. Di Vittorio, operatori del settore, professionisti ed esperti, ricercatori e rappresentanti delle istituzioni si sono confrontati sul significato e sulle pratiche della buona cura.

Il metodo punta a garantire la buona cura mettendo al centro l’ascolto e la comprensione dei significati individuali del bisogno e richiede sicuramente alle organizzazioni la capacità di interrogarsi sulle loro difficoltà e limiti, imparando a trasformarli, nelle relazioni, in informazione e dunque in risorsa.

Ovviamente quando si parla del modo di stare in relazione, esso va inteso non solo all’interno del sistema che mette in essere la cura, ma anche ad un livello intersistemico: tra gli enti, tra enti e cooperative, tra operatori e famiglie e con le persone che ricevono le nostre cure. Solo con il rispetto e il riconoscimento dei bisogni a tutti i livelli organizzativi e tra le organizzazioni che possiamo pensare di poter  realisticamente garantire una buona cura.

In assenza di uno scambio continuo, il rischio è che le relazioni di cura possono logorarsi ed insinuarsi aspetti di disvalore che contagiandosi danno vita a pratiche di cura irrispettose.  L'esito è la negazione dei bisogni, la perdita di ogni forma di empatia e del focus su quei diritti fondamentali che dovrebbero essere la rotta primaria nel nostro agire quotidiano.
La complessità della cura è tale che, se si vuole dare una risposta, bisogna porre attenzione a più livelli.


Resoconto a cura del dott. Carmine Di Palma, coordinatore del gruppo dei responsabili dell’area Anziani della Cooperativa G. Di Vittorio


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