Qualità delle cure nel fine vita: vengono soddisfatti i bisogni di assistenza?
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L’accompagnamento dei pazienti nella fase finale della vita è uno dei compiti più importanti, delicati e necessari che la medicina contemporanea deve assumere con sempre maggior attenzione. Dati di letteratura mettono in evidenza che solo il 10% delle persone muore improvvisamente o per evento inatteso e ben il 90% muore dopo un lungo periodo di malattia e con deterioramento graduale.
Il dibattito riguarda quali cure devono essere sempre erogate e quali invece possono essere inutili, dannose o sproporzionate e probabilmente non etiche. Raccomandazione scientifiche accreditate identificano piani di cure avanzati e specifici per la “end-of-life care”.
Nel 2014, in Toscana 22.874 residenti sono deceduti dopo una storia clinica di tumore e/o patologie croniche (scompenso e bronco-pneumopatia-cronico-ostruttiva): di questi il 48% soffriva solo di patologie croniche, il 35% solo di tumore e il 17% di entrambe. Nel 73% dei casi si tratta di cittadini ultra 75enni con un rapporto uomo/donna molto vicino a 1. Solo tra i pazienti con tumore associato a malattia cronica gli uomini sono il doppio delle donne (leggi i valori nella figura sotto).
Attraverso le fonti amministrative dei dati sanitari, sono stati calcolati alcune misure di qualità dell’assistenza nell’ultimo mese di vita (leggi i valori nella tabella sotto). Nell’ultimo mese di vita circa il 68% di queste persone fa almeno un ricovero e il 40% muore in ospedale. Inoltre nello stesso periodo il 64% ricorre almeno una volta al PS e 3 volte su 5 ne consegue un ricovero. Infine nell’11,6% dei casi l’accesso all’hospice avviene negli ultimi 7 giorni di vita, senza esserci entrato precedentemente. Questi dati sono simili tra i gruppi di patologie considerate a parte il luogo di decesso, infatti il decesso in ospedale avviene per il 30% di pazienti con tumore, per il 48% di pazienti con malattie croniche e per il 42% dei pazienti con tumore e malattie croniche.
Questi dati evidenziano come il ricorso a cure per acuti, e dunque all’ospedale sia ancora una scelta prevalente per i pazienti terminali e le loro famiglie e come in un alta percentuale di casi il ricorso alle cure palliative avvenga solo quando risulta ormai essere troppo tardi per la creazione di un vero e proprio percorso che accompagni la persona nel fine vita. Infine, considerando il luogo di decesso come indicatore che permette di valutare globalmente il percorso di accompagnamento al fine vita, i dati mostrano come il sistema sanitario risulti essere meno preparato a rispondere ai bisogni di fine vita delle persone affette da malattie croniche.
Figura – Residenti toscani deceduti dopo una storia clinica di tumore e/o patologie croniche (scompenso e bronco-pneumopatia-cronico-ostruttiva). Suddivisione per malattia e genere, anno 2014. Fonte dati: Flussi informativi regionali Anagrafe sanitaria, SDO.
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Tabella - Misure di qualità dell’assistenza nell’ultimo mese di vita o ultima settimana dei residenti toscani deceduti dopo una storia clinica di tumore e/o patologie croniche (scompenso e bronco-pneumopatia-cronico-ostruttiva). Suddivisione per malattia, anno 2014. Fonte dati: Flussi informativi regionali Anagrafe sanitaria, SDO, SPA, PS, Hospice.
![tabella finevita](/images/news/2016/tabella_finevita.png)
Bibliografia
- Van Tricht M, et all. Palliative care for patients hwho died in emergency departments: analysis of a multicenter cross-section survey. Emerg Med J 2011
- Clinical Best Practice Guidelines. End-of-life-care during the last days and hours. RNAO Settembre 2011