Convegno a Montaione, 3 ottobre: Quale futuro immaginiamo per i servizi di assistenza agli anziani
Batterio New Delhi cos’è e come la Toscana sta facendo fronte all’emergenza

NDM è l’acronimo di New Delhi Metallo beta-lactamase, un enzima prodotto da batteri presenti nell’intestino in grado di distruggere molti tipi di antibiotici. Prende il nome dalla sua prima identificazione nel 2008 in un cittadino svedese precedentemente ricoverato in India, a New Delhi.
Tra i farmaci che vengono resi inefficaci vi sono i carbapenemi: una classe di antibiotici utilizzati per le infezioni gravi.
Demenza e declino cognitivo: ci sono fattori di rischio modificabili per prevenirne o ridurne l’insorgenza? Dall’OMS una nuova linea guida
18/09/2019
La demenza è un problema globale di salute pubblica in rapida crescita. Nel mondo, circa 50 milioni di persone ne soffrono, di cui il 60% vivono in paesi a basso-medio reddito. Inoltre, ogni anno ci sono quasi 10 milioni di nuovi casi. Il numero totale di persone con demenza raggiungerà gli 82 milioni nel 2030 e 152 milioni nel 2050. Questo comporta conseguentemente un aumento dei costi e la perdita di produttività per interi paesi, governi, comunità, famiglie. Nel 2015, il costo sociale globale è stato stimato in USA attorno agli 820 miliardi di dollari, equivalente all'1,1% del prodotto interno lordo globale (PIL).
17 settembre ANSDIPP Toscana in conferenza: Strategie possibili per il futuro dell'Alzheimer
La continuità assistenziale nella long term care in Italia: buone pratiche a confronto

01/08/2019
Italia Longeva, rete nazionale di ricerca sull’invecchiamento e la longevità attiva, ha pubblicato un interessante documento sullo stato dell’arte del long care term in Italia.
Il lavoro è stato curato di Davide L. Vetrano, medico geriatra presso il Centro di Medicina dell’Invecchiamento, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e ricercatore presso l’Aging Research Center, Karolinska Institutet di Stoccolma.
End of life: quanto il dialogo può cambiare l’esito della cura

25/07/2019
Riuscire a parlare di terminalità della malattia aumenta l’accettazione della fase finale della vita e facilita l’espressione delle preferenze da parte dei pazienti e dei familiari. Nonostante ciò tutto questo non è scontato.
Affrontare una conversazione sul fine vita è emotivamente difficile per il paziente, i suoi familiari e anche per gli operatori che lo assistono. E’ comunque certo che una chiara spiegazione da parte dei professionisti svolge un ruolo positivo nella promozione di un approccio palliativo.